Sono un bullo ma non lo avevo capito

“Sono un bullo e non lo avevo capito”: sono le parole di un ragazzo che, chiameremo con il nome di fantasia Lorenzo, e che abbiamo incontrato ad Ancona l’8 febbraio, in occasione della presenza nella città del Centro Mobile contro il cyberbullismo del Moige. Confidandosi con i nostri psicologi ha raccontato di come si era comportato da bullo senza rendersene conto. Siamo giunti nella città, in seguito ad una segnalazione di Patrizia Guerra, una mamma in prima fila nella lotta contro le baby gang, che ha deciso di denunciare proprio le aggressioni nei confronti del proprio figlio, ci vuole coraggio per denunciare, per incontrare alcune scuole e loro, i protagonisti, i ragazzi: potenziali vittime, in alcuni casi, troppi, vittime reali ma anche, come in questo caso, protagonisti di atti di bullismo. Un fenomeno che non si può spiegare attraverso luoghi comuni ma che, proprio dall’incontro con i ragazzi, tramite il confronto tra esperti, genitori ed insegnanti può essere contrastato e sconfitto. Lo dimostrano le segnalazioni che riceviamo e alle quali diamo risposte grazie ai professionisti in campo e in prima fila e grazie ai Giovani Ambasciatori, ragazzi che, nelle diverse scuole, sono un punto di riferimento per i loro coetanei e ai quali possono chiedere aiuto segnalando eventuali atti di bullismo.

 

Il tuo sostegno per aiutare sempre più giovani vittime di bullismo e cyberbullismo:

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