“Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto ripetutamente nel corso del tempo alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni“. Olweus, 1993
Il bullismo a scuola
Dalla nostra ricerca condotta nel 2016 con l’Università La Sapienza di Roma su 1.500 ragazzi delle Scuole Secondarie di primo e secondo grado emerge un preoccupante atteggiamento di sottovalutazione degli effetti dei comportamenti in rete:
- Per 8 ragazzi su 10 non è grave insultare, ridicolizzare o rivolgere frasi aggressive sui social, inoltre, le aggressioni verbali non sono gravi perché non vi è violenza fisica.
- 7 su 10 dichiarano che gli insulti riguardano l’aspetto fisico, l’abbigliamento, i comportamenti e che la vittima non avrà alcuna conseguenza dagli attacchi.
- Per 7 su 10 non è grave pubblicare immagini non autorizzate che ritraggono la vittima.
Le conseguenze
I ragazzi vittime del bullismo, subiscono continui cambi di umore, hanno disturbi emotivi, problemi di salute fisica, dolori addominali, disturbi del sonno, nervosismo e ansia. Chi ne è vittima può subire conseguenze anche molto gravi, come la perdita della fiducia in se stesso, problemi di rendimento scolastico, disagio, stati di ansia, esclusione e depressione. L’aggressività che si manifesta su Internet è uno dei fenomeni di violenza più preoccupanti e seri, tanto da indurre all’autolesionismo e talvolta addirittura al suicidio.
Il nostro progetto nelle scuole
Il progetto “Giovani ambasciatori contro il bullismo e il cyberbullismo per un web sicuro” promosso dal MOIGE – Movimento Italiano Genitori ONLUS, con il supporto di Fondazione Vodafone Italia, di Trend Micro e con il patrocinio della Polizia di Stato, ha coinvolto 34.200 studenti e più di 68.350 tra docenti e genitori, presenti in 114 scuole secondarie di II grado di 15 regioni.
In ogni Istituto 5 giovani ambasciatori, scelti tra le classi del III e IV anno, si sono formati su un portale dedicato, e sono i protagonisti dell’azione formativa sui loro compagni di scuola attraverso la metodologia del peer to peer.
Anche i genitori hanno ricevuto i consigli per riconoscere i primi segnali e per contrastare questo dramma sociale sempre più diffuso.
Il progetto si è concluso ad aprile 2018.