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Il dilagante fenomeno del bullismo e del cyberbullismo, anche alla luce dei numerosi fatti di cronaca nazionale, si attesta tra le nuove e più pericolose forme di devianza giovanile (Fonte: Miur). L’età delle vittime e degli aggressori si è notevolmente abbassata. Negli ultimi anni si è assistito, infatti, ad un crescendo di episodi di violenza soprattutto all’interno del contesto scolastico.
Inoltre, l’utilizzo delle nuove tecnologie, non sempre “sorvegliato” dagli adulti, espone bambini e giovani a rischi che spesso non sono in grado di percepire e dai quali non possono difendersi da soli.

Secondo i dati dell’indagine sul cyberbullismo curati dall’Università La Sapienza di Roma per il MOIGE, su 1.500 ragazzi emerge che: per 8 ragazzi su 10 non è grave insultare, ridicolizzare o rivolgere frasi aggressive sui social, 7 su 10 non considerano grave pubblicare immagini della vittima non autorizzate. Le vittime subiscono innumerevoli disturbi emotivi e di salute fisica, ma possono subentrare conseguenze anche molto gravi tali da indurre all’autolesionismo o addirittura al suicidio. L’entità del fenomeno evidenzia, quindi, la necessità di informare e sensibilizzare in modo diffuso ed adeguato non solo le nuove generazioni, ma anche gli adulti, come educatori naturali e punti di riferimento dei minori, per renderli più capaci di riconoscere, affrontare e fronteggiare ogni forma di violenza (fisica, verbale, virtuale) e prevenire il riprodursi di modelli comportamentali violenti.

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