Istruzione da 0 a 6 anni, al Senato per discutere il disegno di legge

Mercoledì 14 maggio siamo stati invitati per un’audizione dalla Commissione Istruzione in Senato, in merito al disegno di legge n° 1260 intitolato “Sistema integrato di educazione e istruzione” che intende disporre in materia di sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai sei anni e del diritto delle bambine e dei bambini alle pari opportunità di apprendimento. Presenti: la relatrice del ddl, on. Francesca Puglisi, l’ on. Andrea Marcucci, Presidente della 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali), l’on. Fabrizio Bocchino,  l’on. Rosetta Enza Blundo, l’on. Gianpiero Dalla Zuanna e l’on. Manuela Serra, che hanno ascoltato le nostre osservazioni e quelle di altre associazioni come Forum Famiglie, Associazione Genitori Scuole Cattoliche (Agesc) e Coordinamento Genitori Democratici (CGD).

Abbiamo accolto con favore la proposta di un sistema integrato di educazione e istruzione che contempli anche la fascia 0-6 anni, quindi bambini in età di asili nido (0-3) e scuole dell’infanzia (3-6), perché sappiamo quanto sia importante per la crescita e l’educazione dei minori poter accedere a questi servizi e quanta fatica facciano tanti comuni italiani per rispondere alle esigenze di tutti.

Per questo motivo dinanzi alla Commissione Istruzione ci siamo fatti promotori di alcuni interventi sui cui fondare la riorganizzazione della scuola. Ribadiamo con forza la centralità della famiglia come interlocutore privilegiato, in grado di contribuire in maniera propositiva alla crescita dello stesso sistema integrato. A noi genitori spetta in via del tutto prioritaria la scelta del genere di istruzione da impartire ai nostri figli, come sancito dall’articolo 30 della Costituzione italiana, da molti ritenuti la più bella del mondo: “È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli”, e dall’articolo 26, punto 3 ella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: “I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli”. Dunque Stato e scuola sono sussidiari nell’adempimento di questo compito.

Nel testo del ddl in questione si parla spesso di “sviluppo dell’identità”, ma noi preferiamo parlare di “sviluppo della personalità”, che da un punto di vista psico-pedagogico è più corretto per questa fascia di età. Altra precisazione riguarda la “differenza di genere”, che noi abbiamo chiesto di modificare in “differenza sessuale”, in quanto il minore non ha ancora piena cognizione di costrutti sociali che si iniziano a comprendere e auto-formare in età più avanzata.

Ci sembra infine riduttivo vincolare la partecipazione dei genitori (in specifici organismi) solo alla “verifica del raggiungimento degli obiettivi”, bensì è auspicabile che madri e padri possano intervenire in qualsiasi momento per concorrere alla crescita del sistema integrato.

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