Tutto quello che ho

La miniserie, ambientata a Livorno, racconta il dramma di Lavinia, un’avvocata affermata, e del marito Matteo, poliziotto, sconvolti dalla tragica scomparsa della figlia diciottenne Camilla. Quando il suo corpo viene ritrovato, la coppia viene trascinata in un vortice di dolore, dubbi e ricerca della verità.
Mentre le indagini ufficiali puntano su Kevin, un giovane nigeriano innamorato della ragazza, Lavinia inizia a indagare per conto proprio, convinta che qualcosa non torni. La fiction tocca temi profondi e attuali come il pregiudizio (in particolare verso gli immigrati, ma non solo), la giustizia, senza la quale non ci può essere pace e non si può superare la rabbia per il lutto subito, la maternità surrogata, presentata come un vero dramma di sfruttamento e ingiustizia. L’aborto vissuto da Camilla, che lascia i genitori pieni di interrogativi sul silenzio della figlia, viene appena accennato e, a differenza degli altri argomenti trattati con profondità, dato quasi per scontato.
Tra Lavinia e Matteo si apre una profonda crisi, aggravata anche dal disagio del figlio minore che si sente invisibile nel dolore che travolge i genitori. Una situazione purtroppo comune in molte famiglie colpite da lutti improvvisi. Ma sarà proprio la forza del legame familiare, la fiducia ritrovata e l’amore autentico tra i due coniugi a permettere loro di ricostruirsi e di arrivare insieme alla verità, smascherando il vero colpevole.
Un dramma familiare avvincente che fa riflettere sul dolore, ma anche sul potere salvifico dell’amore. Consigliato a un pubblico +16 per i temi trattati.