Storia della mia famiglia

Fausto, padre premuroso dei piccoli Libero ed Ercole, sta morendo e decide chi dovrà prendersi cura dei figli; la moglie Sarah, infatti, da cui è separato da qualche anno, è stata dichiarata non in grado di accudirli a causa di una malattia mentale. Fausto li affida alla madre Lucia, al fratello Valerio e ai suoi più cari amici Maria e Demetrio.
Questa situazione piuttosto insolita spiazza i quattro che, da principio, tirano in ballo ogni impedimento esistente per assumersi tali responsabilità: vita affettivamente sregolata di Lucia, problemi di droga di Valerio, sentimenti d’amore celati e mai sopiti di Maria per Fausto e di Demetrio nei confronti di Maria. A ciò si aggiunge il desiderio di Sarah di tornare a fare la mamma. Mentre i protagonisti vivono un conflitto tra le proprie fragilità e il voler realizzare le ultime volontà di Fausto, con goffi tentativi di rappresentare un supporto per i piccoli nel difficile momento della perdita del papà, lo spettatore, attraverso dei flashback, conosce la storia di ciascuno di loro, fatta di sentimenti, sbagli, dolori e gioie, e può piangere e ridere con loro e capire come si è arrivati al presente.
Ma quell’evento drammatico è per ciascuno l’occasione per far pace col passato e finalmente crescere: hanno dei bambini a cui pensare, e l’amore per loro, il desiderio di compiere la volontà di Fausto, a cui tutti hanno voluto bene, li spingerà a tirar fuori del buono dai passati insuccessi. La serie è consigliata a un pubblico +16 per le tematiche trattate e una certa disinvoltura mostrata nel vivere rapporti occasionali.