Silo – Seconda stagione

Nella seconda stagione la narrazione si sviluppa in due ambientazioni parallele. Da una parte ritroviamo Juliette ancora viva: dopo aver scoperto l’esistenza di numerosi altri silos, quindi potenzialmente altre comunità umane, entra in uno di essi apparentemente abbandonato, ma che in realtà nasconde molte sorprese. Dall’altra, nel silo che ha lasciato, la tensione sociale cresce sempre più: aver visto Juliette allontanarsi viva nello spazio esterno alimenta dubbi e insoddisfazioni, mentre la rigidità del sindaco, che continua a reprimere con la forza ogni tentativo di scoprire la verità, causa reazioni violente e ribellione.
Rispetto al primo capitolo della serie, i ritmi sono più lenti, tanto che alcune puntate risultano persino noiose. Una stagione di transizione che sembra preparare il terreno per eventi futuri, si spera più incalzanti.
Le tematiche affrontate restano comunque interessanti: si può vivere una vita piena senza conoscere la verità? Senza dare un senso alle proprie azioni, al proprio lavoro, ai propri sacrifici, che altrimenti risultano vuoti? Di fronte a tanta falsità si può scegliere di condurre un’esistenza apatica, agendo come automi senza farsi domande, o ribellarsi con tutte le forze contro il sistema. E ancora: fino a che punto è lecito mentire, imbrogliare, tradire o persino uccidere per salvare una persona cara o preservare un sistema ritenuto giusto per il bene comune? Juliette non rinnega mai la propria umanità, esprimendo compassione, solidarietà e amore per la verità anche a costo della propria vita. La serie è consigliata ad un pubblico +12.