Senna

Il mito di Ayrton Senna rivive in una miniserie che Netflix propone a trent’anni dalla morte. La sua vita viene ripercorsa fedelmente, dal primo kart regalatogli dal papà ad appena quattro anni fino all’incidente fatale di Imola. “Beco”, come lo chiamano teneramente i suoi affetti più cari, fin da piccolo è attratto dall’automobilismo e vuole diventare un pilota. L’impegno costante e un talento straordinario lo premiano: superando non pochi ostacoli, Senna vince tre campionati del mondo di Formula 1.
Nonostante la bilancia del racconto penda più dalla parte dei risultati sportivi che da quella dell’analisi dell’Ayrton privato, la miniserie ben descrive il profondo legame con i suoi cari. La famiglia è per lui un costante punto di riferimento nei momenti più importanti e un rifugio sicuro in quelli più duri.
Senna, poi, è mosso da una passione che lo fa vivere sempre di corsa, proiettato verso la vittoria: se questo lo frena sul piano sentimentale, al contempo fa emergere un messaggio importante. Come da lui stesso sostenuto in un’intervista – inserita alla fine dell’ultimo episodio -, per vincere nella vita, qualsiasi posizione sociale si occupi, è fondamentale far tutto con dedizione, perseveranza e amore. Un insegnamento significativo che i più giovani (corretto il suggerimento di Netflix di una visione adatta ai +13) possono far proprio, comprendendo quanto l’impegno e la fatica – depurati dalla voglia di primeggiare a ogni costo, tipica di uno sport individuale come la Formula 1 – siano cruciali per centrare gli obiettivi, non solo professionali, che ognuno si prefigge.