Resta con me

Alessandro Scudieri, vicequestore a Napoli, sposato con Paola, magistrato minorile in attesa del loro primo figlio, in un attimo vede la sua vita sconvolta: durante l’attentato in un locale dove si è recato a pranzo con la moglie, ignara delle indagini che stava conducendo, lei viene ferita e perde il bambino. Il loro rapporto si incrina per l’enorme lutto, ma soprattutto perché lei perde la fiducia nel marito. I due finirebbero per lasciarsi se non fosse per Diego, figlio dell’amico e informatore di Alessandro che viene ucciso: il bambino è in principio affidato alla coppia, a cui è affettivamente legato, e il suo desiderio di avere i due come genitori, la paura di essere ancora una volta abbandonato (anche la mamma lo ha lasciato da piccolo per problemi di droga) li aiuta a mettere da parte le proprie ferite e a tirar fuori quell’amore materno e paterno che non potranno più dare a un figlio proprio.
Le indagini e le vicende incalzanti, ricche di colpi di scena e di morti improvvise, conducono lo spettatore a riflettere sui lati oscuri dell’animo umano – come un uomo di giustizia possa perdere la strada del bene quando incomincia a fare compromessi con la propria coscienza -, ma anche quelli positivi che riemergono grazie a una relazione d’amore: in una coppia che si ama nonostante gli errori e le cadute, in un rapporto “paterno” nel quale una giovane in difficoltà viene accolta come una figlia e supportata sempre e senza giudizi, nel legame con un bambino che ti travolge col suo bisogno incontenibile di essere amato.
La visione è consigliata a un pubblico +12.