Piedone – Uno sbirro a Napoli

L’ispettore di Polizia Vincenzo Palmieri, “erede” del commissario Rizzo (l’indimenticabile Bud Spencer) detto “Piedone”, rientra a Napoli dopo un periodo di permanenza in Germania per un motivo ben preciso: ha saputo che il boss Iodice, dichiarato morto, è in realtà tornato nella sua città. Palmieri ha un conto in sospeso con lui, ma deve indagare di nascosto visto che nessuno lo crede vivo.
Il vicequestore Ruotolo lo affida al commissario Sonia Ascarelli, data la sua tendenza a condurre le indagini in modo poco convenzionale. La Ascarelli è il suo opposto, talmente attenta alle regole da risultare rigida. La collaborazione inizialmente è burrascosa, ma man mano che i due si conoscono cresce la stima reciproca, la fiducia, fino a sfociare in un sentimento.
I casi affrontati e risolti in ogni puntata hanno come sfondo la ricerca del boss e sono l’occasione per delineare il carattere e i valori del protagonista: seppur sembri non rispettare la legge, non seguendo i canoni del poliziotto ligio e inquadrato nel sistema, in realtà Vincenzo crede profondamente nella giustizia – il messaggio arriva chiaro allo spettatore -, tanto da perseguirla con determinazione sublimando plausibili desideri di vendetta. Infatti, l’uomo si sforza di incanalare i suoi modi grossolani e le esplosioni di rabbia verso “la cosa giusta da fare”, affiancando anche l’amico di una vita impegnato, a costo della propria incolumità, nella missione di recuperare i giovani dalla strada, strappandoli alla malavita attraverso la pratica del wrestling. La miniserie è consigliata a un pubblico +12.