Pamela, a love story

Una chioma vaporosa e un corpo mozzafiato sono gli epiteti che ricorrono alla mente dell’immaginario collettivo quando si vuole descrivere Pamela Anderson. Eppure, “Pam” non è mai stata una bambola da appoggiare sulla mensola per pura bellezza. È stata ed è ancora una donna intelligente, capace, ma soprattutto piena d’amore. Ed è l’amore, o meglio, l’Eros, quel sentimento folle e indomabile ad aver guidato la sua vita, facendola cadere, talvolta, in tranelli esistenziali inclementi che hanno condizionato il suo percorso di crescita, così come il suo ruolo identificativo nella società vanesia quanto spietata di Hollywood.
Nel suo ultimo documentario, Pamela Anderson decide di proporre una nuova visione di sé: mette a nudo la propria anima, riappropriandosi della sua immagine psicologica con una narrazione veritiera, non dettata dall’esterno. Completamente struccata, con abiti formato extralarge, ci parla delle sue radici, delle sue debolezze e delle sue speranze nei minimi dettagli, proprio per scacciare una volta per tutte quella morbosa oggettivazione attorno a lei. Con dozzine di quaderni scritti a mano, nastri VHS e filmati di repertorio, l’attrice passa in rassegna le tappe storiche che hanno delineato la sua persona: gli abusi infantili, l’approdo a Playboy, Baywatch, ma soprattutto le sue relazioni amorose. Una fra tutte quella con il cantante rock Tommy Lee, balzata alle cronache per la divulgazione illegale di un nastro a luci rosse che li ritraeva in situazioni private, piuttosto intime.
Un ritratto dolce e onesto adatto ai +16 per immagini spinte.