Nobody wants this

Joanne, giovane donna di Los Angeles sulla trentina, condivide con sua sorella Morgan un podcast su appuntamenti e temi scottanti. A cena da un’amica una sera incontra Noah, un ragazzo simpatico e attraente che alla fine della cena scoprirà essere ciò che c’è di più distante da lei – un’americana agnostica e disincantata -, ovvero un rabbino. Joanne decide di dargli una possibilità, ma tra ex che ritornano, madri iperprotettive e cognate invadenti gli ostacoli non mancheranno. Ciò che metterà veramente alla prova i due innamorati, oltre alle evidenti discrepanze religiose, sarà la proposta per Noah di diventare il rabbino principale della sua sinagoga, cosa che comporterebbe una conversione necessaria per Joanne.
La fiction è stata molto acclamata negli Usa, in particolar modo per il richiamo alle rom-com americane, puntando sul pubblico dei cosiddetti millennial che si aggira tra i 20 e i 30 anni. La storia d’amore è sana e autentica e questo senz’altro va riconosciuto, essendo qualcosa a cui non siamo abituati ad oggi nelle serie tv. Joanne, tuttavia, incarna a pieno lo stereotipo di una influencer americana superficiale, dal carattere arrogante ma venduto come schietto all’interno delle puntate, e con un podcast frivolo. Soprattutto, pare essere completamente incentrata su sé stessa in una relazione in cui Noah, che sembrerebbe essere l’elemento realmente funzionale all’interno della coppia, è completamente sullo sfondo.
“Nobody wants this” è consigliata a un pubblico superiore ai 16 anni, per quanto le tematiche trattate siano vicine a un pubblico adulto.