Nel mare ci sono i coccodrilli

Il cortometraggio di animazione, proposto in occasione della Giornata mondiale della memoria e dell’accoglienza, è tratto dall’omonimo libro di Fabio Geda ispirato a una storia vera.
Enaiatollah, un ragazzo pakistano di circa dieci anni, viene abbandonato dalla madre al fine di dargli una vita migliore. Egli, però, si ritrova a vivere un lungo viaggio che lo porterà in diversi Paesi, come l’Iran, la Turchia, la Grecia e, infine, l’Italia.
L’odissea del giovane protagonista permette di toccare il difficile argomento dell’immigrazione, fatto di paura, sfruttamento, violenza, brutalità, ma anche di condivisione, gentilezza, accoglienza e fraternità.
Essendo una trasposizione cinematografica, molti passaggi sono resi in modo veloce, tuttavia l’elemento innovativo del film risiede nel punto di vista “poetico” con cui la storia viene raccontata e vestita: la città, le persone e le voci sono rese in modo particolare, quasi a voler sottolineare il punto di vista di chi le osserva per la prima volta, non comprendendone lingua e codici identificativi. Spesso i volti non hanno connotati umani e le voci sono incomprensibili.
Significativi sono i legami di amicizia che il bambino stringe durante il suo percorso e i piccoli o grandi gesti di accoglienza che permettono ad Enaiat di vivere un po’ di serenità.
Il film è sicuramente educativo e toccante: la storia e i dialoghi sono molto comprensibili, mentre gli scenari e alcune scelte di animazione necessitano di una spiegazione per il pubblico dei più piccoli, pur costituendo, però, l’aspetto più originale del prodotto.