Motel Forest

In una realtà poco avvezza all’immaginazione non deve essere facile cercare di sfondare come mago. Michele Foresta, che ha optato per una ibridizzazione del tema con una contaminazione comica, lo sa bene. E così, il “Mago Forest” è divenuto un punto di riferimento nella comicità italiana, concedendosi un detour dal sentiero più classico e tradizionalista del “saper far ridere” proprio grazie alla sua passione primigenia per la magia.
Da decenni, ci illustra l’arte della prestidigitazione in modo leggero e spensierato, tra una risata e l’altra, come accade anche nel suo ultimo show “Motel Forest”. Come ambientazione ci troviamo in un motel decisamente caratteristico, dove ogni stanza è contraddistinta da un nome particolare – la stanza dei ricordi, degli errori, di cupido – che rappresenta uno stato della mente di ognuno di noi. Come premessa iniziale vi è il fatto che tutto sia lecito all’interno di questo motel, “amabilmente” gestito da un’equipe altrettanto sui generis.
Oltre al padrone di casa, il Mago Forest, troviamo il ragazzo dell’ascensore e un bizzarro quanto maldestro addetto alla sicurezza, con una strana passione per le abat-jour.
Insieme a loro, noi spettatori possiamo immergerci negli abissi più reconditi di questo “castello mentale”, grazie a un iniziale excursus magico. In più occasioni, infatti, Foresta propone aneddoti legati alle varie forme mentis conseguenti a svariati trucchi di magia. Con un accompagnamento musicale altrettanto “raccapricciante” – numerosi rumori di fondo e gong improvvisi -, “Motel Forest” è uno show esilarante, adatto a tutti.