Mica è colpa mia

“Mica è colpa mia” racconta la storia di due fratelli napoletani, Vito e Antonello, che vivono in un vecchio palazzo di famiglia ormai fatiscente. Quando scoprono che l’edificio sta per essere venduto all’asta e demolito, escogitano un piano per salvarlo: mettono in piedi una Ong fittizia e fingono di avere problemi con le donazioni per ottenere fondi da Marina, un’ingenua e generosa architetta appena arrivata a Napoli, figlia di un potente immobiliarista.
Le cose si complicano quando, tra inganni sempre più difficili da sostenere e l’amore che inizia a sbocciare, Vito si trova davanti a un bivio. Continuare a mentire per salvare la casa o dire la verità e rischiare di perdere tutto, compreso l’amore?
Il film abbraccia tutti i cliché della rom-comedy: il “povero ma simpatico” che si innamora della “ricca ma insoddisfatta”, il bambino irresistibile, i fraintendimenti, le bugie e le verità che, alla fine, trovano la loro strada.
La Napoli che fa da sfondo alla storia è quella delle cartoline: rumorosa, calorosa e pittoresca. I colori, i suoni, i profumi (soprattutto quelli delle cucine) riempiono lo schermo e ci accompagnano in una storia che riesce a strappare un sorriso senza difficoltà.
Il film tocca anche temi importanti, come il diritto alla casa, la disparità sociale, il senso di comunità e il valore della famiglia, senza mai appesantire la visione. E anche se certe soluzioni narrative sono un po’ forzate, il messaggio finale è chiaro: a volte, anche dalle situazioni più complicate può nascere qualcosa di bello: un amore, una nuova opportunità, una seconda possibilità.