Leopardi – Il poeta dell’infinito

La miniserie si apre con la morte del celebre poeta: l’amico Antonio Ranieri porta il suo corpo in una chiesa pregando il parroco di seppellirlo, nonostante Napoli sia invasa dal colera e siano proibite le sepolture.
Da qui inizia il viaggio nella vita di Leopardi, dall’infanzia fino agli ultimi respiri in un continuo shift tra passato e presente. Il piccolo Giacomo è un bambino (e poi un ragazzo) allegro, assetato di sapere e mosso da grande curiosità. A spegnere questa luce sembrerebbe essere la rigidità dei genitori e il loro rendergli invalicabili le mura domestiche, ostacolo che tenta di superare invano per tutto lo svolgersi delle vicende.
Leopardi cresce in questa prigione, tra gli scaffali ricolmi di libri del suo studio, ma c’è qualcosa che lo attira e che in tutta la crescita gli viene nascosto: la sua è una costante ricerca di bellezza ma anche di affettività, in parte trovata nell’amicizia con Ranieri – un rapporto che fece molto discutere e nella miniserie si allude alla possibile omosessualità dei due -, ma questa tenerezza non lo porta alla completezza che cerca in Fanny, sua musa ispiratrice. A condurlo alla morte sarà proprio lei e il dolore che la sua relazione con Ranieri gli causerà.
Uno degli obiettivi della miniserie è sicuramente quello di dimostrare che il poeta sia stato molto altro rispetto alla sua stereotipizzata negatività, mostrandolo per certi versi più umano: intento raggiunto visti gli ottimi ascolti.
“Leopardi – Il poeta dell’infinito” è consigliata ai +16 per la presenza di alcune scene di nudo abbastanza esplicite.