L’Accademia del bene e del male

Cos’è il bene? E il male? Il regista Paul Feig, con il suo ultimo film, tenta di esprimere una visione di questi concetti proponendo un interrogativo alternativo, capace di controbilanciare le proiezioni oppositive che si hanno sul bene e sul male: non può esistere una via di mezzo? Quest’ipotesi è incarnata dal personaggio di Agatha, una ragazzina abitante di un borgo medievale ai tempi della caccia alle streghe. Reietta della società per via delle malelingue sulla sua famiglia, trova in Sophie l’unica spalla su cui appoggiarsi.
Anche lei è l’ultima degli ultimi: orfana e povera, si destreggia tra lavoretti e scuola mentre sogna di cambiare il suo destino. L’occasione propizia le si presenta quando viene a conoscenza di una leggenda popolare circa l’esistenza di un’accademia del bene e del male in cui vengono educati i futuri eroi e principesse, così come malvagi cattivi. L’accesso alla scuola è consentito ai soli abitanti del regno delle fiabe, ma la voglia di rivalsa permette a Sophie di addentrarsi all’interno della nuova realtà, trascinando con sé una ben più riluttante Agatha.
Il principio della nuova avventura si mostra, però, impervio. Le due amiche vengono divise: Agatha è smistata nella scuola del bene dove deve imparare a vestire gli abiti di gala, mentre Sophie è destinata all’accademia del male, dove apprende il valore della perfidia. Tuttavia, il ricordo del legame fraterno permetterà loro di ritrovare la propria bussola morale al fine di ricomporre l’equilibrio tra bene e male, due visioni molto più complesse e sfumate del previsto. Adatto a tutti.