La legge di Lidia Poët – Seconda stagione

La seconda stagione della serie sulla coraggiosa avvocata torinese si apre con Lidia che chiede di essere iscritta alle liste elettorali della sua città, ma anche questa volta, dopo non essere stata ammessa nemmeno all’Ordine degli avvocati in quanto donna, il responso è negativo. Lei però non si perde d’animo e cerca di convincere il fratello Enrico a candidarsi in politica, cosa che farà vincendo anche le elezioni. Intanto, alcuni delitti continuano a colpire Torino e tenere Lidia impegnata, soprattutto dopo che il nuovo procuratore Fourneau, colpito dalla sua innata bravura e intelligenza, le chiederà di fargli da spalla in modo del tutto informale. Tra Lidia e l’uomo sboccerà l’amore, complicando le cose tra lei e Jacopo più del previsto. Quest’ultimo, inoltre, deciderà di trasferirsi a Roma per proseguire la sua carriera da giornalista e solo allora la protagonista si renderà conto di ciò che sta perdendo.
Attraverso la storia di Lidia e delle donne che le stanno attorno, la serie induce a riflettere sulla situazione femminile nell’Italia di fine Ottocento e su quanti limiti sociali venissero imposti. Tuttavia, la tematica dell’emancipazione viene ridotta a pochi dialoghi ma, nonostante ciò, affiora nelle storie delle protagoniste che ci vengono presentate, proponendo Lidia come simbolo della lotta contro gli stigmi sociali dell’Italia dell’epoca.
La fiction sa essere intrigante ma anche leggera e divertente, più della stagione precedente. Tuttavia, sono presenti numerose scene sessualmente esplicite che la rendono inadatta a un pubblico di età inferiore ai 16 anni.