La casa delle bambole di Gabby

Gabby ha undici anni ed è follemente innamorata dei gatti. Oltre ad averne uno vero, è inseparabile da quello di peluche Pandy Panda e infine anche gli abitanti del suo gioco preferito, la casa delle bambole, sono tutti felini. Ogni giorno, uno speciale cerchietto con orecchie feline le consente di trasformarsi in un personaggio animato e di entrare all’interno della casa delle bambole.
Partendo da quello che legge nella posta privata speciale della struttura, si trova ad affrontare avventure di ogni genere. Nel corso dei vari episodi, infatti, la vediamo impegnata, insieme ai suoi amici e mai da sola, in ogni tipo di sfida: cercherà di curare il singhiozzo di Pandy, di prendersi cura di alcuni animaletti e di difendere la casa dai dispetti di Birbagatto.
Attraverso una realizzazione molto basilare e poco spettacolare, le avventure di Gabby servono per lanciare due messaggi positivi ai bambini che lo guardano. In primo luogo, si invita a credere in sé stessi e a non scoraggiarsi mai di fronte ai primi fallimenti che devono anzi essere visti sempre in modo positivo. Inoltre, si fa capire come il gioco di squadra oltre che bello è anche fondamentale per raggiungere obiettivi ed esaltare le caratteristiche del singolo.
Gli argomenti trattati e il mondo in cui evolvono le vicende sono la vera lacuna del cartone: anche se riferito ad un’audience prescolare, infatti, il tutto appare troppo puerile e sempliciotto. Il rischio principale, in questo modo, è quello di annoiare i bambini che, invece di imparare dalla loro eroina, potrebbero essere attratti solo da suoni e immagini.