Jennifer Lopez

Halftime è un anglicismo utlizzato per indicare l’intervallo di una partita. Tuttavia, è il termine perfetto a rappresentare quello stop and go esistenziale nel bel mezzo della vita.
Jennifer Lopez compie questo percorso nel suo ultimo film documentario. La incontriamo, quasi 50enne, mentre ha appena finito di girare il film Le ragazze di Wall Street che potrebbe valerle la candidatura agli Oscar, e sta per esibirsi sul palco più importante del mondo, quello del Super Bowl.
Nel momento più alto della sua carriera, però, J.Lo preferisce dar voce alla propria persona e non al personaggio patinato. E così, in un racconto fatto di interviste e immagini di repertorio, l’artista svela la sua realtà dietro le quinte. Particolare degno di nota è l’episodio in cui racconta come è nato l’amore per il suo lavoro. Era una bambina quando guardava, con la madre, il musical West Side Story dove Rita Moreno, unica artista latina del film, librava sicura, davanti alla telecamera, fra i palazzi del Bronx, stesso quartiere della Lopez. Jenny si rispecchiò da subito nell’immagine di Rita, poiché anche lei, nel corso della sua carriera e della sua vita pubblica, avrebbe dovuto sgomitare, a suon di passi di danza, in un mondo volto a sminuirne il ruolo. I media, infatti, si sono interessati più al suo fisico e alle sue relazioni, che al suo carisma d’artista. Ora, però, la musica è cambiata. J.Lo non vuole più essere dipinta come la latina formosa, ma come una self made woman in pieno girl empowerment style, paladina delle comunità ispaniche.
Un film ispiratore, adatto a tutti.