Il festival dei cantastorie

Yusuf è un giovane avvocato ultra progressista della Turchia filoeuropea. Schivo e solitario, appare inscalfibile di fronte a qualsiasi avversità. Eppure, non appena suo padre Heves si presenta davanti alla porta, Yusuf ripiomba nel medesimo sconforto e smarrimento vissuto da piccolo. In tenera età è stato abbandonato da Heves, musicista itinerante, senza aver ricevuto alcuna spiegazione in merito.
Con questo trauma irrisolto, scopre l’amara motivazione che spinge il padre a rivederlo dopo 25 anni di assenza: l’uomo sta per morire e tutto ciò che desidera è compiere un ultimo viaggio. Vorrebbe visitare il festival dei bardi, nota competizione musicale, che raccoglie i migliori musicisti della cultura musicale antica. Yusuf, mosso dal suo istinto protettivo, propone di accompagnare il papà in quest’avventura, in modo da sorvegliare le condizioni mediche, alquanto precarie. I lunghi giorni di viaggio diventano l’occasione necessaria per i due di riavvicinarsi e spiegarsi, tra i ricordi dolorosi e le recriminazioni a lungo sopite. Questo viaggio di riappacificazione si conclude con un definitivo distacco che, tuttavia, permette a entrambi di definirsi. Heves risolve i suoi errori, mentre Yusuf incomincia davvero a vivere.
Il festival dei cantastorie è un dramma moderno capace di descrivere il contrasto psicologico sussistente tra due mondi, antico-moderno, e due figure sociali, padre-figlio, che necessiterebbero un confronto e una compenetrazione continui per una progressione in positivo verso il futuro. Un film adatto a un pubblico +14 per le tematiche psicologiche proposte.