Il Castello delle Cerimonie

Dopo la morte di don Antonio Polese e della moglie Rita, l’eredità del “Castello” è passata alla figlia Imma e a suo marito Matteo Giordano che tengono alta la notorietà del Grand Hotel La Sonrisa di Sant’Antonio Abate con quelle cerimonie sontuose, sfarzose e kitsch che hanno reso tanto famoso il “Boss”. Difficile da comprendere per chi non è del luogo l’aurea idolatrante che circonda la famiglia Polese e quanto per tanti sia un sogno che si realizza e, immaginiamo, per cui indebitarsi, festeggiare in questo posto matrimoni, battesimi e ricorrenze con appariscenti cerimonie, abiti eccessivi, banchetti esagerati e la musica dal vivo di idoli della musica neomelodica.
Fin qui un fenomeno sociale da studiare con curiosità e le dovute riserve sul buon gusto, ma nel momento in cui le protagoniste delle cerimonie sono invece bambine la situazione cambia e intervengono dovuti disappunto e disapprovazione. Ci troviamo di fronte all’espressione più eclatante e inaccettabile dell’adultizzazione dell’infanzia: giovanissime principesse accontentate in ogni capriccio che si presentano in carrozza con abiti da piccole spose, decidono il menù, il look, dispensano consigli sul trucco, si esibiscono ammiccanti sul loro profilo TikTok e cantano disinvoltamente brani con testi “per adulti” insieme al loro cantante neomelodico preferito. Bisognerebbe che i genitori nelle proprie famiglie e le istituzioni preposte alla tutela dell’infanzia a livello pubblico mettessero un argine a un fenomeno che si diffonde pericolosamente a livello sociale tra vita reale e virtuale.