Human playground

Al mondo vi sono tanti modi per investigare la propria natura: la psicologia, la religione, e perché no… lo sport.
Human Playground esplora il mondo sportivo in concerto a quello antropologico, ponendosi una domanda banale quanto efficace: perché gli uomini si spingono a cimentarsi con degli sport – per giunta estremi – quando potrebbero vivere una vita già appagante e confortevole? Eppure, migliaia di persone, provenienti da diversi angoli del mondo, si ritrovano a praticarli poiché spinti da motivazioni tra loro similari. Alcuni desiderano oltrepassare i propri limiti fisici per dimostrare a sé e agli altri il proprio valore nel mondo. Un esempio è la maratoneta menomata a una gamba che partecipa alla Marathon des Sables, la più difficile al mondo. Altri, invece, si spingono a rivivere un dolore fisico per combattere un tormento psicologico, ridefinendo nuove condizioni verso una rinascita personale. Vi sono, inoltre, atleti che si misurano con particolari sport per connettersi con le proprie radici sociali. Ne sanno qualcosa gli abitanti della Frisia con il loro Fierljeppen, disciplina in cui occorre saltare delle rogge d’acqua con delle lunghe aste, a richiamo degli agricoltori che solevano destreggiarsi tra i canali dei loro campi saltellando con bastoni da passeggio. In ultimo, esistono atleti che vivono la loro disciplina come stile di vita per ricercare la perfezione, l’equilibrio, grazie a un movimento di Tai Chi o a una virata di surf sull’onda perfetta.
Un documentario innovativo e illuminante, adatto ai +16 per i temi affrontati.