Gudetama:

Gudetama è un uovo crudo che, rassegnato alla sua condizione di mero ingrediente culinario, passerebbe il resto della vita a poltrire in attesa di essere mangiato. Sdraiato nel frigo del ristorante di sushi, immagina come possa finire cucinato dalla brigata di cucina: in frittata, alla coque oppure in camicia.
Eppure, viene ostacolato nei suoi programmi di indolenza. Questo perché accanto a lui vi è Shakipiyo, un uovo fecondato trasformatosi in pulcino, con l’argento vivo in corpo, che fa di tutto per trascinarlo fuori dall’oblio che ha idealizzato. Shakipiyo, infatti, interpreta la vita come una scoperta continua. Egli decide di riconoscere nell’uovo crudo la sua rispettiva controparte familiare. Gudetama deve essere per forza suo fratello e i due devono necessariamente uscire da quel frigidaire per intraprendere un lungo viaggio alla scoperta di sé e delle proprie radici. L’obiettivo finale è il ricongiungimento con la loro madre, possibile grazie a un microchip attaccato al guscio di Gudetama. E così, il duo parte alla volta dell’ignoto, diametralmente opposti in speranze e preparazione. Per il pulcino la strada sembra tutta in discesa, con un’identità precisa che può solo sbocciare e ingigantirsi. L’uovo crudo, invece, deve trovare un modo di reinventarsi di volta in volta, pur sapendo che gli esiti per lui saranno esclusivamente due: la morte in un piatto o la morte per scadenza. Tuttavia, c’è modo e tempo per approcciarsi alla fine e questo Gudetama lo comprende proprio grazie alle mille peripezie in cui incappa con Shakipiyo.
Una serie tv surreale, adatta a tutti.