Fiori sopra l’inferno

Liberamente ispirata al romanzo di Ilaria Tuti, la serie racconta le indagini di Teresa Battaglia, profiler impegnata a trovare un serial killer che si nasconde sulle Alpi Giulie. Donna dal carattere spigoloso ma insieme sensibile, Teresa vive anche i primi sintomi dell’Alzheimer. Accanto a lei straordinari colleghi che, come una famiglia, si preoccupano per la sua salute.
Il killer, tuttavia, è alquanto insolito perché sembra colpire solo quanti fanno del male ai bambini, in particolare ai quattro protagonisti che, in qualche modo, vuole proteggere. Effettivamente la storia rivelerà, dietro lo spietato killer, un uomo-bambino che conosce solo la strada del male per far vincere il bene, essendo egli stesso vittima di violenza.
La serie è avvincente per la narrazione e i caratteri dei personaggi, affascinante per le location e le immagini misteriose. Alcune scene sono sicuramente forti ma, d’altra parte, la tipologia di prodotto è palesemente non adatto ai più piccoli, se non accompagnati e guidati con continuo impegno nella visione.
Tuttavia, proprio i bambini sono protagonisti di questa storia e il messaggio finale che la stessa Teresa ribadisce è: i bambini sono sacri e non vanno toccati. I quattro protagonisti, infatti, sono bambini non protetti da chi dovrebbe, invece, amarli.
La tutela dell’infanzia da diversi punti di vista è il comune denominatore delle singole storie che si incrociano nella serie: l’infanzia va vissuta, protetta, tutelata e nulla può sostituire l’affetto di cui i bambini necessitano.