Fabbricante di lacrime

La vita di Nica cambia drasticamente quando i genitori muoiono in un incidente d’auto. Viene accolta nell’orfanotrofio Grave, un nome che riflette perfettamente l’atmosfera lugubre e oppressiva del luogo. Miss Margaret, la direttrice, governa l’istituto con crudeltà e manipolazione. Quando Nica compie 16 anni, una coppia che ha perso un figlio decide di prenderla in affidamento con l’intenzione di adottarla. Inaspettatamente, scelgono anche Rigel, pupillo della direttrice che fino a quel momento aveva rifiutato tutte le famiglie che si erano fatte avanti per lui.
I due si trovano a combattere con i fantasmi del passato e a costruire un rapporto che non è mai stato idilliaco tra loro. Attraverso segreti mai rivelati, i ragazzi costruiranno più di un semplice legame tra fratellastri. Il loro rapporto, intriso di dolore, attrazione e redenzione, si rivela il vero cuore pulsante di una storia che esplora i fantasmi dell’abbandono, il trauma dell’abuso e la difficile strada verso la guarigione.
In un mondo che si sforza di apparire gelido e spietato, Nica e Rigel rappresentano la fragile speranza che anche dalle ceneri più scure possa nascere qualcosa di autentico, sebbene imperfetto.
La narrazione, cupa e che lascia sempre tensione nello spettatore, è densa di emozioni contrastanti e riesce a catturare il pubblico, spingendolo a riflettere sulla forza interiore necessaria per affrontare e superare le proprie ombre.
Il film segue alla lettera la scrittura dell’omonimo libro e appaiono molti cliché tipici dei teen drama che risultano banali e già visti.