È sempre Cartabianca

Nella vita bisogna sapersi reinventare quando si sente di essere arrivati a un punto di non ritorno. Bianca Berlinguer è da annoverare tra quelle persone che hanno avuto il coraggio di cambiare: questa nuova identità si ritrova nella sua ultima creazione editoriale, “È sempre Cartabianca”. Di primo acchito, parrebbe uno dei soliti talk serali del martedì politico della tv italiana, salvo sporadici surplus domenicali; tuttavia, una commistione di elementi rende questa trasmissione decisamente personale e personalizzata.
Tutto ruota attorno alla figura della conduttrice. Nell’apertura di trasmissione, la giornalista ha bisogno di mantenere vivo il ricordo della sua storia di sinistra, con la militanza simil-partigiana dello scrittore Mauro Corona che, seduto in un’osteria, scioglie la rigidità di pensiero e del linguaggio tv istituzionale, creando un “teatro-dibattito” che ammicca alle feste dell’Unità, con qualche spruzzata di misticismo da eremo montano.
Segue poi la sterzata tutta professionale della Berlinguer più giornalista con il momento del rientro in studio, dove s’inscenano interviste alla Larry King, con un faccia a faccia con il politico di turno, così come discussioni argomentate da giornalisti e “tecnici”.
Tuttavia, occorre sottolineare una terza componente della personalità della conduttrice, del tutto inaspettatamente più ridanciana. Tra un caso di cronaca e uno di macroeconomia, la giornalista invita nel suo salotto anche volti noti dello showbiz: cantanti e soubrette sfilano osando proporre una loro versione sui fatti. Uno show adatto ai +16 per temi proposti.