Citadel: Diana

Ambientata nel 2030 in una Milano distopica, la protagonista Diana indaga sulla morte dei suoi genitori, avvenuta in un incidente aereo sospetto. Mentre investiga sull’accaduto incontra Gabriele, esponente di un’organizzazione segreta di spionaggio, chiamata Citadel. Diana decide di entrare a farne parte e verrà formata da lui per infiltrarsi all’interno del progetto Manticore che vede coinvolte alcune delle famiglie più potenti d’Europa, loro rivali. Qui conoscerà Edoardo Zani, figlio ed erede del capo di Manticore Italia, con cui Diana si alleerà per bloccare i piani distruttivi dell’organizzazione, ma ci sono ancora molte cose che Edoardo non sa di lei e che potrebbero portarlo a perdere la fiducia nei suoi confronti.
“Citadel: Diana” è uno spin-off della serie statunitense “Citadel” che sta avendo diverse produzioni in giro per il mondo. La fiction ha avuto un grossissimo successo, dimostrando che la serialità italiana con i giusti ingredienti può essere capace di uscire dai soliti generi a cui è abituata.
La qualità è innegabile, con un livello mai visto prima per la serialità nostrana. Diana è un personaggio che sentiamo distante per il suo essere così cinica, ma allo stesso tempo veniamo coinvolti nella sua evidente difficoltà a mantenere questo ruolo imperturbabile in cui si è trovata incastrata.
In questa prima stagione i temi valoriali sembrano assenti, privando lo spettatore di un qualsiasi tipo di riflessione.
La serie è consigliata ad un pubblico +16 in quanto sono presenti alcune scene di sesso esplicite.