Chissà chi è

Nella vita può succedere che dopo tanti anni di conferme si senta il bisogno di abbracciare il rischio per sentirsi ancora vivo. C’è chi si compra la moto, chi fa bungee jumping pur di vivere l’ebbrezza del pericolo… e c’è chi, come Amedeo Sebastiani, cambia lavoro. Amadeus, pluriennale volto Rai, ha deciso, improvvisamente, di emigrare verso la più fresca “Nove”, innescando una vera e propria tempesta emotiva nei palinsesti nazionali.
Il suo trasferimento è descrivibile come una vera e propria scossa d’adrenalina, determinata dall’audacia del conduttore di essersi posizionato agli antipodi del telecomando degli spettatori tv, che lo hanno ritrovato con il suo game show “Chissà chi è”.
Con una premessa così scoppiettante, c’è da chiedersi se anche questa trasmissione rispecchi l’emblema della novità… beh, non proprio! Questo programma è una rinnovata conferma, perché rinasce dalle ceneri del generalista “Soliti ignoti” per conquistarsi un po’ più di brio e spensieratezza in pieno stile Usa.
La trasmissione è un gioco a premi dove uno o due concorrenti devono indovinare le professioni di otto persone, denominate “le identità”, che forniscono sparuti indizi in ausilio. L’abilità dei giocatori sta nell’accumulare più montepremi possibile da conquistare poi nella manche finale de “Il parente misterioso”. In questa fase, l’ultima “identità” scoperta rimane a centro palco, mentre viene affiancata da altre due persone. Una fra queste intesse un rapporto di parentela con l’identità e sta proprio ai concorrenti scoprirne il legame, analizzando la mera fisionomia. Adatto a tutti.