Brennero

Un omicidio attribuito al serial killer soprannominato “il mostro di Bolzano” vede lavorare insieme l’ispettore Costa e la PM Kofler: entrambi, però, devono fare i conti con un passato difficile. Paolo, per dare la caccia a quel mostro, anni prima ha perso una collega per la quale si sente in colpa; Eva, invece, vive in continuo confronto con l’anziano padre, in passato a capo della procura di Bolzano e che ha seguito anche questo caso.
Superando le differenze, fidandosi e affidandosi anche attraverso le rispettive fragilità, i due lavoreranno in sinergia, non senza incomprensioni, e arriveranno ad una verità molto dura. Tuttavia, questa difficile esperienza li spingerà oltre, fino allo scioglimento dei nodi personali. Eva, in particolare, dovrà mettersi in gioco come figlia, moglie e anche madre di una ragazza che aveva abbandonato.
La serie, ispirata nello spunto a fatti storici, è scritta molto bene e crea quella suspence importante per un giallo/thriller. Le tematiche, inoltre, offrono occasione di riflessione sotto tanti punti di vista, come ad esempio l’esigenza di ritornare al proprio passato per riuscire a dare una degna conclusione nel presente, la comprensione che si può sbagliare, ma non perseverare nell’errore. Significativa è la presenza della concezione di una famiglia, talvolta invadente talaltra rispettosa, ma con la quale, in ogni caso, dialogare.
Spesso i propri fantasmi spingono a vedere i fantasmi negli altri: a volte ci sono, altre volte no. È sempre la verità a fare la differenza.