AdnKronos: Moige, poche tutele su consumi di alcol, fumo, porno e videogiochi

MINORI: MOIGE, POCHE TUTELE SU CONSUMI DI ALCOL, FUMO, PORNO E VIDEOGIOCHI

Il direttore Affinita, ‘la lotta non può essere confinata e affidata soltanto alle famiglie’

Roma, 15 gen. (AdnKronos) – (di Enzo Bonaiuto) – I minori hanno,
tranquillamente o quasi, un libero accesso a prodotti e contenuti che
la legge riserva soltanto ai maggiori di 18 anni d’età. Il discorso
vale per le sigarette come per l’alcol, per la cannabis come per la
pornografia, per l’azzardo come per i videogiochi. E’ quanto emerge
dall’indagine ‘Venduti ai minori’ promossa dal Moige, il movimento
italiano genitori, presentata a Roma nella sede del Senato di palazzo
Giustiniani.

Alcuni numeri parlano da soli. Nel 65% dei casi, nessun esercente
controlla l’età di chi compra una bevanda alcolica e il 38% la vende
ugualmente pur sapendo che l’acquirente è un minorenne. Locali, pub e
discoteche nel 42% sono i posti dove i minori si riforniscono, al 23%
i bar, al 19% i supermercati, al 7% i ristoranti, al 2% i negozi
alimentari.

Passando al fumo, i minori comprano direttamente le sigarette per il
51% nelle tabaccherie, mentre il 40% se le fa procurare da amici più
grandi; solo il 5% lo fa attraverso i distributori automatici ma il
divieto viene aggirato facilmente tramite la tessera sanitaria di un
maggiorenne o addirittura del genitore, mentre il 15% delle
macchinette le dà liberamente. Stesso copione riguarda le e-cig, ossia
le svapate con le sigarette elettroniche, anche se il 73% dei minori
assicura di comprare prodotti senza nicotina.

Anche se la cannabis è considerata ufficialmente –
almeno dalla legislazione vigente – un “prodotto tecnico e da
collezione” che quindi non si può comprare per essere fumato, il 72%
dei minori afferma che prima di comprarla non è stato chiesto loro
alcun documento e soltanto il 26% la ritiene illegale.

Al contrario, ben l’83% dei ragazzi sa che il gioco d’azzardo è
vietato ai minori, che nel 58% dei casi privilegiano le scommesse
sportive, per le quali nel 62% non è mai stato chiesto un documento e
nel 54% non c’è stato alcun rifiuto a farli giocare anche dopo aver
constatato l’età minore di 18 anni.

Per l’accesso ai siti pornografici, i minori privilegiano nel 59% gli
smartphone e nel 14% i tablet mentre soltanto l’8% naviga in Internet
dal computer, evidentemente più controllabile a casa dai genitori. Nel
76% dei casi, nessuno ha attivato sul dispositivo il ‘parental
control’ e il 6% è riuscito comunque a eliminarlo. Infine, il 34% non
riscontra di correre alcun rischio partecipando a videogiochi volgari
o violenti e così il 27% utilizza la connessione on-line per giocare
con amici e il 5% con sconosciuti.

“Aiutiamo i nostri figli a crescere meglio”, è l’appello
lanciato per l’occasione da Antonio Affinita direttore generale del
Moige, il movimento italiano genitori. “Tutti devono fare la loro
parte, l’impegno non può essere confinato solo alla famiglia ma deve
coinvolgere anche la scuola, i media, il mondo del commercio e le
istituzioni a cominciare dal Parlamento, considerando la grande
responsabilità che abbiamo nel crescere le future generazioni”.

I dati che risaltano nell’indagine – curata per il Moige
dall’Università Europea di Roma su quasi 1.400 minori di età compresa
fra gli 11 e i 17 anni, il 21% dei quali del Nord, il 30% del Centro e
il 49% del Sud – sono “molto gravi e preoccupanti e fanno emergere un
grande pericolo per la tutela dei nostri figli – sottolinea Affinita –
Occorre ripensare e ridefinire il sistema delle sanzioni, dei
controlli e della formazione, con un impegno che deve arrivare fino ai
produttori di prodotti nocivi per i minori”.

(Bon/AdnKronos)

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