Perchè questa campagna

La correlazione tra la condizione socio-economica e il successo (o l’insuccesso) scolastico in Italia è più forte che altrove: nelle scuole che presentano un indice socio-economico basso il numero di alunni bocciati cresce notevolmente. Questa situazione, a lungo andare, porta a una dispersione scolastica capace di raggiungere cifre allarmanti. Il modo più efficace per contrastarla consiste in un’attività di orientamento agli studi secondari mirata, prima di tutto, alla presa di coscienza delle proprie competenze e delle proprie necessità.

Il progetto “Impariamo ad orientarci”, presentato dall’Istituto Comprensivo Statale “Giuseppe Montezemolo in collaborazione con l’Associazione MOIGE – Movimento Italiano Genitori ONLUS, è partito da questa premessa per sviluppare un percorso di formazione che ha coinvolto tanto gli studenti quanto i formatori e i dirigenti scolastici.

Secondo i dati del MIUR, ogni anno oltre 130.000 ragazzi sono a rischio dispersione scolastica e l’abbandono continua a essere tra le sfide maggiori per la scuola italiana.

Il modo migliore per contrastarla è un’attività di orientamento continua, un processo formativo finalizzato non solo alla gestione della transizione scuola-formazione-lavoro, ma assume un valore permanente nella vita di ogni persona garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione.

L’orientamento che inizia con le prime esperienze scolastiche deve prima di tutto riuscire a indirizzare l’alunno alla conoscenza del sé e del mondo circostante, diventando un momento formativo fondamentale per prendere coscienza delle competenze necessarie ad affrontare le scelte scolastiche, di vita e professionali.

Le scuole, insieme ai genitori, hanno il compito sia di individuare e valorizzare le motivazioni, le attitudini e gli interessi degli studenti per favorire le capacità di scelte autonome e ragionate, sia di rinforzare l’autostima dei minori, come strumento di prevenzione contro l’insorgenza di comportamenti negativi che sono la causa di devianza e, successivamente, di dispersione scolastica.

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