Alimentazione

Allattamento al seno

L’allattamento al seno rappresenta la soluzione migliore per la salute del bambino, in quanto il latte materno contiene tutto ciò di cui il bambino ha bisogno, è sempre disponibile ed è facilmente digeribile e ben tollerato a livello intestinale.   

L’avvio dell’allattamento è un momento molto delicato. Lo stomaco del tuo piccino è minuscolo i primi giorni. Basta il tuo colostro (il liquido prodotto dalle mammelle durante la gravidanza i primi giorni dopo il parto) per sfamarlo. Niente aggiunte o acqua glucosata! L’importante è che abbia accesso al tuo seno quando lo desidera, specialmente all’inizio quando l’allattamento va avviato. In media, i bambini mostrano segnali di fame 8-10 volte durante le 24 ore. Imporre delle regole restrittive, susciterebbe solo proteste e opposizioni.

Mettendo, infatti, dei limiti alla fisiologica richiesta del bambino si può causare una produzione di latte materno inferiore alla quantità di cui il bambino ha bisogno e questo molto probabilmente costringerebbe prima o poi la mamma ad aggiungere del latte artificiale. Infatti, le prime 6-8 settimane sono cruciali per la produzione del latte: è il periodo della “calibrazione”. La produzione del latte viene calibrata in funzione delle richieste del bambino che succhia, ma se al bambino viene impedito di succhiare quando ne ha bisogno, si ha una calibrazione non adeguata e a un certo punto il latte non sarà più sufficiente.

Allo stesso tempo, un buon allattamento a richiesta, una volta avviato, dovrà prevedere un periodo di pausa tra una poppata e l’altra per consentire alla mamma un po’ di riposo, il tempo necessario a riempire nuovamente il seno di latte e lentamente allungare il periodo di riposo notturno per favorire l’acquisizione di un equilibrio sonno-veglia, tempo diurno e tempo notturno. In ogni caso non è opportuno utilizzare il seno materno come un “ciuccio” anche se in determinate circostanze può essere consolatorio. Bisogna imparare a decifrare il pianto del neonato, che non è sempre dovuto alla fame.

L’ingorgo mammario è spesso la causa dell’interruzione dell’allattamento, ma se gestito bene è un problema risolvibile con semplici rimedi. Quasi sempre è la conseguenza di un non adeguato deflusso del latte materno: si arriva all’ingorgo quando la quantità di latte prodotta è superiore alla quantità di latte che il bambino succhia. Il motivo per cui questo accade è a volte la limitazione imposta al bambino da regole che prevedono poppate a orario e durata imposta rigidamente. In questi casi il bambino non viene attaccato al seno quando mostra i segnali di fame, oppure fa poppate più brevi di quanto vorrebbe: di conseguenza il latte si accumula dentro gli alveoli che si riempiono a dismisura.

Cosa fare?

Nella fase acuta la mamma può sentirsi meglio utilizzando, tra una poppata e l’altra, impacchi freddi (come si fa per la distorsione della caviglia) per ridurre l’edema e l’infiammazione, può avere bisogno di un anti-infiammatori come l’ibuprofene e può anche giovarsi di una doccia o di un impacco caldo prima di attaccare il bambino al seno.

Se, nonostante questo la mammella dovesse risultare tesa e dolente, la spremitura manuale in aggiunta alla suzione del bambino, può essere d’aiuto.

L’attacco non dovrebbe far male! (giusto un pochino all’inizio se si ha la pelle delicata) Se senti dolore o hai delle ferite (ragadi) vuol dire che c’è qualcosa che non va nel modo di attaccarsi del neonato.

In genere, i bambini quando si attaccano al seno spalancano la bocca e cercano di mettervi dentro più mammella possibile; se invece ne mettono poca, non riescono a portare il capezzolo in fondo alla bocca e quindi ogni volta che ciucciano lo schiacciano contro la parte iniziale del palato che, essendo dura, causa delle piccole ferite.

 

Per avere sollievo, se provi un po’ di fastidio (meglio intervenire prima che il fastidio si trasformi in dolore) puoi usare la lanolina: è un prodotto naturale e non ha bisogno di essere sciacquato; oppure, se il bimbo non gradisce questo sapore, qualche goccia di latte materno da massaggiare sul capezzolo può risultare il metodo più semplice ed efficace, anche preventivo. Diffida di creme che hanno bisogno di risciacquo o salviettine per lavare il seno.

È inutile acquistare prodotti da spalmare sulle mammelle durante l’allattamento per proteggere il seno, a questo ha già pensato madre natura: tutte le donne producono un liquido, che esce da piccole ghiandole presenti sotto le areole (la parte scura della mammella), e che ha la funzione di tenere il seno pulito e ben protetto. Altrettanto inutile, se non dannosa, è un’igiene esagerata del capezzolo che, rimuovendo lo strato grasso superficiale che lo rende elastico e impermeabile, può facilitare la comparsa delle ragadi del capezzolo.

PERCHÉ IL LATTE DI MAMMA?

Esistono diversi buoni motivi per conservare e congelare il latte materno e somministrarlo al bambino quando non può prenderlo direttamente dalla mamma. Potrebbe essere il caso dei bambini che non riescono ad attaccarsi al seno, come i neonati pretermine. In altri casi, invece, che sono anche i più comuni, è la mamma stessa che non può essere presente al momento della poppata e, dunque, lascia che il bambino venga alimentato da altri con latte materno conservato: è il tipico esempio di madri che tornano a lavoro e si assentano anche per parecchie ore al giorno. O ancora, può accadere che la produzione di latte sia superiore alle necessità del bambino e venga tirato per evitare fastidiosi ingorghi: in questi casi il latte materno in eccesso può essere conservato in freezer per eventuali future necessità.

Per una conservazione ottimale del latte materno, il contenitore scelto andrà riempito al massimo per tre quarti; è anche possibile raccogliere tutto il latte tirato della giornata in un unico contenitore, purché si trovi alla stessa temperatura prima di essere mescolato. Sul contenitore è bene apporre un’etichetta con la data dell’estrazione, in modo da utilizzare sempre quello meno recente.

Quando il latte materno viene tolto dal congelatore per essere riscaldato, bisogna:

  1. scongelarlo lentamente lasciandolo in frigo (ad esempio dalla sera prima) oppure farlo sciogliere e/o intiepidire sotto acqua corrente a temperatura moderata o a bagnomaria
  2. scaldare il latte materno evitando di farlo bollire o fargli raggiungere temperature elevate
  3. agitarlo delicatamente prima di controllarne la temperatura
  4. evitare di scaldare il latte materno con il forno a microonde, perché potrebbe diminuirne la qualità oppure potrebbe riscaldare il latte in modo eccessivo
  5. evitare di farlo scongelare lasciandolo all’aperto perché potrebbe inquinarsi

Il latte scongelato si può conservare in frigorifero e utilizzare al massimo nelle ventiquattro ore successive.

Non va ricongelato, a meno che non sia stato fuori dal freezer per meno di 8 ore e non è mai stato utilizzato o scaldato.

L’ALIMENTAZIONE DURANTE L’ ALLATTAMENTO

In fase di allattamento non esistono cibi vietati, è possibile mangiare tutto con l’unica accortezza di prestare attenzione a fattori genetici legati a particolari allergie e restando in ascolto delle possibili risposte del bambino a cibi che possono essere maggiormente “tossici”. Durante l’allattamento la mamma svolge l’importante ruolo di educatrice  alimentare del bambino attraverso i sapori che permeano il suo latte.

Per questo motivo, sono senza dubbio da introdurre nell’alimentazione, questi alimenti:

  1. verdure a foglia verde crude o cotte per ingerire acido folico, utile per assicurarsi un’efficace assimilazione del ferro
  2. cibi biologici e integrali
  3. abbondante acqua, tisane, frutta e verdura che possano idratare la mamma e il bambino favorendo una perfetta funzionalità di tutto l’organismo
  4. proteine non significa solo carne, specie se rossa, ma un corretto e bilanciato equilibrio tra proteine vegetali ed animali, applicando il sano principio della rotazione degli alimenti

Particolare attenzione deve essere prestata al consumo di bevande alcoliche e caffeina.

Sebbene evitare di bere alcol rappresenti la scelta più sicura per le madri che allattano, in generale, un consumo moderato (fino a un mezzo bicchiere di vino o un bicchiere di birra) non sembrerebbe arrecare danni al bambino, sempre che la madre attenda almeno un paio di ore fra il consumo e l’allattamento. I super alcolici sono da considerarsi sempre da evitare.

Al contrario un consumo di alcol eccessivo rappresenta un  elemento comprovato di danno per il bambino, in grado di alterare lo sviluppo, la crescita e i ritmi sonno-veglia.  Oltre a compromettere la capacità della madre di prendersi cura in modo sicuro del suo bambino. Non è necessario smettere di allattare a causa dell’alcol, ma è consigliabile non superare una bevanda alcolica al giorno.

Per quanto riguarda la caffeina, o la teina, è importante tenere a mente che quando assumiamo questa sostanza, questa  entra nel flusso sanguigno e una piccola quantità può essere passata al neonato attraverso il latte materno. 

La maggior parte dei bambini non sembrerebbe esserne influenzata, ma alcuni più sensibili potrebbero apparire particolarmente irrequieti o agitati in seguito ad una poppata contenente tracce di caffeina o teina. 

La concentrazione di caffeina/teina nel latte materno tende a raggiungere il picco  circa due ore dopo il consumo della bevanda. 

Generalmente viene raccomandato di limitare l’assunzione giornaliera di caffeina/teina: non eccedere la dose di massimo due  tazzine di caffè o una tazza di tè (un bicchiere di cocacola).  

Il sonno e il riposo sono alleati preziosi durante il periodo dell’allattamento. Durante il sonno, il corpo della madre si rigenera e recupera, permettendo al sistema endocrino di lavorare in modo più efficiente, impattando in maniera benefica  sulla produzione di latte.

Alle neo mamme è consigliata la buona prassi  di trovare anche durante il giorno qualche spazio da dedicare al riposo. Il sonno diurno infatti aiuta a mantenere stabili i livelli di energia e a ridurre lo stress. 

Qualora una madre si trovasse ad essere eccessivamente stressata e affaticata, la produzione di latte potrebbe diminuire, in quanto tutte le funzioni corporee verrebbero dirottate verso attività metaboliche essenziali per la sopravvivenza. 

Pianificare una dormita prima dell’ultima poppata può essere particolarmente benefico. Dormire prima di questa poppata finale permette alla madre di ottenere un periodo di riposo più lungo durante la notte, in quanto il latte materno richiede tempo per essere digerito e prodotto nuovamente: una madre riposata sarà più rilassata e in grado di rispondere alle esigenze del bambino in modo adeguato e un riposo adeguato favorisce anche la produzione di prolattina, l’ormone responsabile della produzione del latte materno. Quando una madre è rilassata e ben riposata, il suo corpo sarà in grado di produrre una quantità ottimale di prolattina, favorendo così una produzione abbondante di latte.

Allattamento artificiale

Se per qualsiasi problema non sia possibile allattare mamma non preoccuparti! L’allattamento artificiale consente comunque di far crescere bene il neonato senza che gli manchi nulla. Tra i benefici di scegliere l’allattamento artificiale, peraltro, vi è quello di permettere anche al papà o da altre persone che si occupano del bambino, di allattarlo, dando alla mamma la possibilità ad esempio di riposare, riprendersi dal parto e godersi intensamente questa fase di vita del suo piccolo.

Il pediatra sarà una buona guida alla scelta e consiglierà l’alimento più idoneo per il neonato, data la vasta offerta sul mercato di prodotti di ottima qualità. Tutte le tipologie di latte artificiale sono comunque lavorate e adattate all’alimentazione fisiologica dell’infante, realizzati in modo più simile possibile al latte materno.

Alcune indicazioni generali che possono esserti utili per preparare il latte artificiale:

  1. riscalda la bottiglia del biberon a bagnomaria, lasciando fuori la tettarella, è consigliabile non utilizzare i forni a microonde
  2. assicurati che il latte non sia troppo caldo, versando alcune gocce sul polso
  3. mentre stai allattando, accertati che la tettarella sia sempre piena di latte, in questo modo eviterai che il bambino ingurgiti troppa aria
  4. controlla che la tettarella non sia danneggiata e che il foro di uscita sia appropriato
  5. butta via il latte eventualmente avanzato

È importante che tu faccia attenzione anche a come lavi e sterilizzi le bottiglie e tettarelle:

  1. lavale in acqua bollente (l’interno della bottiglia va pulito con un’apposita spazzola)
  2. spremi l’acqua attraverso la tettarella per pulire il foro
  3. sciacqua in acqua corrente
  4. Il latte artificiale può essere trovato in commercio già pronto all’uso (ovvero in forma già liquida), o in polvere da diluire in acqua calda.

Il latte in polvere, in particolare, deve essere preparato seguendo un procedimento ben preciso, così come ci indica il Ministero della Salute: per prepararlo occorre diluire un misurino di polvere ogni 30 ml di acqua preriscaldata almeno a 70 gradi (per facilitare la sterilizzazione della polvere), ma sempre seguendo le indicazioni specifiche del pediatra.

Svezzamento

È dimostrato che i comportamenti alimentari acquisiti nei primissimi anni di vita sono mantenuti anche nell’età adulta, perciò è importante investire in questo periodo per favorire una buona salute in futuro.

Lo chiamiamo svezzamento (che significa “levare il vizio” di succhiare), ma si tratta solo di un cambiamento nell’alimentazione: si passa dal solo latte a tanti cibi diversi. 

Il bambino, crescendo, matura le funzioni digestive, neuro-motorie, immunitarie e renali che gli permettono di assumere gli alimenti comunemente consumati dagli adulti. Non ha ancora i denti, perciò il cibo sarà sminuzzato (ma non liquido). Un’alimentazione di solo latte comincia a essere insufficiente sul piano calorico, delle proteine e dei micronutrienti, ferro e zinco soprattutto. È il momento di favorire lo sviluppo della masticazione, per questo il nuovo cibo va offerto sempre con il cucchiaino e mai con il biberon.

L’ora del pasto diventa così un momento delicato, non solo dal punto di vista nutrizionale, ma anche per lo sviluppo psicofisico. Il passaggio dall’alimentazione unicamente con latte ai tanti alimenti diversi non corrisponde solo allo sviluppo di capacità digestive, ma anche al perfezionamento dell’esperienza gustativa mediante l’incontro diretto con i cibi solidi, determinante nella scelta degli alimenti anche a lungo termine e deve avvenire in maniera graduale, considerando che ci sono bambini che accettano subito la novità e altri che sono più lenti ad accogliere i cambiamenti (che non vanno forzati ma accompagnati lentamente).

Sette semplici regole

  1. tenere sempre il bambino a tavola con i genitori, non appena è in grado di stare seduto con un minimo appoggio sul seggiolone o in braccio
  2. alimentare con solo latte fino al compimento dei sei mesi, come raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità
  3. aspettare le richieste di cibo del bambino, di solito attraverso il tentativo di raggiungerlo con le mani o uno sguardo sostenuto ed eccitato
  4. interrompere gli assaggi se il bambino smette di chiederli, o se il pasto della famiglia è finito
  5. non cambiare ritmi e durata dei pasti dei genitori: il bambino deve, necessariamente, e lo farà senza alcuno sforzo, prendere il loro ritmo
  6. l’allattamento materno deve proseguire a richiesta fin quando la mamma e il bambino saranno, entrambi, d’accordo a continuarlo.

 

link utili: Le Banche del Latte Umano Donato (BLUD) 

 http://www.aiblud.com/banche/

 

 

Videopillola di Elisabetta Scala sull’allattamento: 

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